
Un “polpetto” fatto all’uncinetto per la “Octopus Therapy” (Ansa)
L’idea è nata nel 2013 presso l’Ospedale Universitario di Aarhus, in Danimarca, dove i medici avevano notato che la saturazione di ossigeno, la frequenza cardiaca e la frequenza respiratoria dei piccoli prematuri ricoverati in incubatrice migliorava drasticamente quando i neonati prematuri potevano stringere con le loro piccole manine i tentacoli di polpi giocattolo. Inoltre, le infermiere del reparto avevano notato che i piccoli pazienti erano più calmi e non si strappavano i tubi, i fili e i sondini che erano collegati ai loro piccoli corpi. L’ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli di Benevento ha subito aderito all’iniziativa, con la speranza che possano al più presto arrivare nuovi ‘polpetti’ affinché ogni bambino prematuro possa avere il suo “compagno di giochi”.

“Polpetti” all’uncinetto per la “Octopus Therapy”
Le mamme, le nonne e le donne che hanno abilità con l’uncinetto e che vogliano aiutare questi piccoli eroi possono ricamare personaggi colorati purché in cotone, in quanto è un tessuto facilmente sterilizzabile, con tentacoli di lunghezza di 21-22 centimetri, imbottitura in fibra lavabile a 60 gradi e con maglia del ricamo molto stretta in modo da impedire all’imbottitura di fuoriuscire. “Ringrazio la famiglia Pascuccio per la lodevole iniziativa” sono le parole del dottor Raffaello Rabuano direttore dei reparti di Pediatria/Nipiologia/Neonatologia e Utin dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù (Fatebenefratelli) di Benevento. “La Octopus Therapy si affianca alle altre terapie che mettiamo in atto per i nostri piccoli guerrieri: ‘Kangaroo mother care’, conosciuta anche come canguro terapia o marsupio terapia, la Fkt, e altre” prosegue il dottore consigliando “di conservare il ‘polpetto’ di cotone addosso alle mamme per impregnarlo del proprio profumo, permettendo così al bambino di superare il traumatico momento del distacco e conservare un contatto olfattivo con la propria madre”.